Fare il sindaco è un impegno gravoso e di grande responsabilità ma ognuno declina l’incarico in modo diverso, ecco perché credo sia doveroso fin da subito chiarire come intendo interpretare questo ruolo se il verdetto delle urne dovesse assegnarmelo.

  1. Sindaco a tempo pieno. In quest’epoca di rapidi cambiamenti non credo si possa amministrare con cura un Comune svolgendo altre attività. A parte gli impegni istituzionali occorre monitorare l’avanzamento delle delibere, le opportunità di sviluppo, programmare gli impegni, motivare e sostenere i collaboratori (vera forza dell’amministrazione comunale) e poi, soprattutto, occorre saper ascoltare… tutti!
  2. Sindaco cittadino. Il sindaco deve essere a disposizione dei cittadini e non viceversa: perché ciò sia possibile è evidente che deve essere facilmente reperibile. Il mio intento è di avere un ufficio aperto ai singoli e alle associazioni in modo da avere un costante confronto costruttivo sulle esigenze di tutti per poter poi giungere a una sintesi che porti sempre prevalere l’interesse pubblico su quello privato.
  3. Sindaco garante. Sappiamo bene come in questi ultimi anni la criminalità organizzata, la mafia, la ndrangheta si siano infiltrate in comuni medi e piccoli del Nord, tra cui alcuni del Piemonte. Il sindaco in prima persona deve vigilare sulla trasparenza di tutti i movimenti, le assegnazioni e le partecipazioni in atto e in divenire per garantire l’assoluta estraneità di certe logiche criminali (e questo è un tema molto sentito anche da tutta l’amministrazione della Regione Piemonte).
  4. Sindaco coach. È la squadra a fare la differenza (e fortunatamente so di poter contare su una squadra forte, preparata, determinata e onesta). Però il mio lavoro di psicologo mi insegna che le squadre devono essere costantemente motivate e supervisionate, e occorre che ognuno abbia sempre i riconoscimenti che merita e si senta parte di un tutto.
  5. Sindaco negoziatore. Oggi più che mai è fondamentale fare rete e avere capacità di mediazione e di negoziazione sia con i pari livello (le amministrazioni comunali dei paesi limitrofi) sia con le istituzioni gerarchicamente superiori (come la Città metropolitana e la Regione Piemonte).

Cinque punti che fanno parte del mio essere, sia per caratteristiche personali sia per consuetudine professionale, e che mi hanno portato ad accettare la candidatura che mi è stata proposta.

Cinque punti per i quali mi impegnerò con braccia, gambe, testa e tanto cuore!